Origine e significato della ceramica raku
L’origine di questa tipica ceramica artistica viene fatta risalire al Giappone del XVI secolo ed è parte integrante di una delle più antiche tradizioni nipponiche: la cerimonia del tè.
Si tratta di una cerimonia particolare e complessa in cui la gestualità assume una valenza fondamentale, unitamente all’altro elemento centrale: le tazze in ceramica, prive di manico, dalla linea essenziale, con imboccatura più o meno aperta a seconda della stagione in cui vengono impiegate.
Il raku è quindi una tecnica di cottura, il cui nome deriva da quello di un’antica famiglia di ceramisti giapponesi; per questa ragione essa è nota con questo nome solo in Occidente mentre in Giappone sussiste come metodo veloce per effettuare la seconda cottura.
A questa tipologia di creazioni in Oriente viene attribuito grande valore, soprattutto se realizzate dalle più note famiglie di maestri vasai; come ci spiega l’artista Paolo Tartarini nella sua intervista si tratta di pezzi unici che raggiungono elevate quotazioni e che sono attentamente ricercate dagli estimatori.
Quali oggetti in ceramica raku?
Mentre la tradizione ceramica orientale (giapponese in particolare) prevede la creazione di oggetti strettamente legati alla cerimonia del tè (tazze, piccoli vassoi, teiere, etc) in Occidente la produzione si è presto allargata a tutti i tipi di creazioni. Non solo tazze, dunque, ma anche opere in modellato artistico, piccoli animali, vasi e tutto ciò che l’immaginazione può comprendere compresi bellissimi oggetti che vedono l’impiego di ceramica raku per gioielli artistici e artigianali.